Pagine

domenica 17 ottobre 2010

MALALUNA, IL ROMANZO DI VINCENZO GALLUZZO: "LA MIA SICILIA, TERRA SANGUIGNA".L'INTERVISTA



17 giugno 2010 - di Giovanni Zambito. Presentato alla Mel Bookstore di Roma "Malaluna" il primo romanzo di Vincenzo Galluzzo (Editore A&B, pagg. 256, € 19,00): protagonista della storia è Antonio Altavilla, avvenente medico di Zagarìa, un paese siciliano a pochi chilometri dal mare, che vive disordinatamente tra donne, stravizi, debiti di gioco e sta portando suo padre, il barone Manfredi Altavilla, alla rovina.
L'intera vicenda, permeata da tradimenti e sotterfugi, si svolge al riparo dagli occhi di tutto il paese, anche perché, come predetto dalla Malaluna, una veggente scambiata per licantropo, Zagarìa si ritrova improvvisamente assediato da una nebbia inimmaginabile, che porterà solo dolore e sofferenza. Dentro la nebbia i personaggi si muovono furtivamente, ciascuno secondo un disegno chiaro e ineluttabile. Fattitaliani.it ha intervistato Vincenzo Galluzzo.

Come mai la Malaluna dopo vent'anni decide di tornare e farsi sentire proprio nella notte di Natale?
In tutto il romanzo c'è la commistione tra religione e superstizione: la Malaluna si fa sentire dopo vent'anni perché sta per accadere qualcosa nel paese che cambierà le sorti di alcune persone e lei cerca di mettere sul chi va là. Questa donna vede al di là delle cose, nell'animo delle persone e le invita con un grido di disperazione a guardarsi dentro e a dire la verità. In realtà, la Malaluna capisce in quel momento che c'è bisogno di rimettere ordine, di fare in modo che questa verità venga fuori e per scuotere le coscienze predice l'arrivo della nebbia a Zagaria che è un po' la nebbia interiore dei personaggi.
Quale personaggio hai accompagnato più volentieri nel suo cambiamento, nella sua evoluzione? Sicuramente il protagonista Antonio Altavilla, un bellissimo medico di trent'anni che vive in una dimensione tutta sua, avvolto in una nebbia sin dalla nascita: degli eventi lo costringeranno ad aprire gli occhi e a vedere e a capire quello che accade nella nebbia della sua esistenza.
In che cosa la Sicilia è esagerata e in che cosa è invece troppo contenuta?
E' esagerata in tutto, non è contenuta in nulla: anche l'omertà è esagerata. La Sicilia è una terra di esagerazione, di sangue nel senso di "sanguigna" e non solo perché si è macchiata del sangue di molti innocenti. E' una terra di forti passioni e sentimenti; come diceva Leonardo Sciascia "la Sicilia è in una dimensione fantastica: come si fa a viverci senza immaginazione?". Secondo me, la Sicilia è una regione a statuto speciale anche dentro e non solo politicamente parlando.
Quant'è importante aver mantenuto e inserito espressioni in lingua siciliana?
Non me lo sono chiesto: quando parlo lo faccio nella maniera in cui scrivo e quando avverto che c'è bisogno in un momento di una parola siciliana la uso: non è studiato ad arte, ma tutto è spontaneo. Nel mio interloquire quotidiano io parlo sia in italiano sia in siciliano, ma in modo tale che l'interlocutore capisce quello che voglio dire.
Zagaria è il corrispettivo della Vigata di Camilleri?
Vigata è il luogo dove sono nato, cioè Porto Empedocle, ma con Zagaria non ha nulla in comune. Io ho vissuto - tranne le estati - tra Agrigento e Catania: ho sentito di scrivere in catanese e di ambientare la vicenda lì, perchè vi si è svolta la parte più importante della mia vita; tutto quello che è accaduto nel romanzo è accaduto nella parte di vita mia catanese. Zagaria è un toponimo inventato che richiama le zagare, un elemento molto importante della regione. Giovanni Zambito.

Nessun commento:

Posta un commento