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sabato 11 dicembre 2010

"Munch e lo spirito del Nord. Scandinavia nel secondo Ottocento" nella splendida Villa Manin


Munch e lo spirito del Nord. Scandinavia nel secondo Ottocento vuole, per la prima volta in Italia, costruire il racconto di una storia che identifica appunto lo spirito del Nord con la pittura in Norvegia, Svezia, Finlandia e Danimarca. Specialmente dedicata al paesaggio, ma ben raccolta anche attorno al tema del ritratto e della figura, la mostra, aperta fino al 6 marzo 2011, composta di circa 130 opere provenienti soprattutto dai musei scandinavi ma anche da alcuni altri musei sia europei che americani, si divide in cinque sezioni. Le prime quattro riservate alle scuole nazionali degli Stati appena menzionati, mentre la sezione di chiusura viene dedicata a Edvard Munch, con 40 opere in totale, di cui 30 quadri e 10 lavori su carta.
Nel suo progetto quadriennale dedicato alle "Geografie dell'Europa", Villa Manin propone il secondo importante appuntamento, dopo il primo sul rapporto tra la pittura francese e quella del centro ed est Europa nel secondo Ottocento. Progetto, nella sua interezza, volto a studiare alcune delle maggiori evidenze della pittura europea tra la metà del XIX secolo e il primo decennio di quello successivo.
Dunque una sorta di grande mostra nella mostra, prendendo in considerazione gli anni di esordio vicini alla pittura del pittore norvegese Krohg e poi i due decenni - l'ultimo del XIX secolo e il primo del XX - che ne hanno decretato l'universale fama.
Ma riandando alle scuole nazionali prima di Munch, alcuni dipinti a evidenziare, prima dello scavalcamento di metà secolo, la situazione della cosiddetta "Golden Age" in Danimarca, con le opere prima di Eckersberg e poi di Kobke, Lundbye, P.C. Skovgaard e Dreyer. Così come in Norvegia una breve introduzione sarà riservata a Dahl, Fearnley, Balke e Gude; in Svezia almeno a Larson, Berg e Wahlberg e in Finlandia a von Wright e Holmberg. Poi la mostra prenderà il suo corso dentro la seconda metà del XIX secolo, attenta a individuare, attraverso la scelta dei dipinti, quello sguardo che ha fatto del Nord un luogo non soltanto fisico ma anche dell'anima. E che quindi non può che trovare in Munch il suo logico e imprescindibile punto d'arrivo. Ma prima la schiettezza, la luminosità, il silenzio e il fragore del paesaggio nordico sono interpretazione che talvolta vira verso una problematicità che fa dei luoghi naturali un sentimento arcano e quasi primordiale.
Questo senso del tempo fondo, la chiarità delle estati, la profondità delle notti invernali, il velluto del muschio dell'erba, il bianco dei fiori sotto il bianco delle lune estive, è quello che l'esposizione vuole mostrare al pubblico italiano. Ovviamente non facendo mancare alcuno dei principali protagonisti, a cominciare da Ring, Philipsen, Krøyer e soprattutto Hammershøi (cui sarà dedicata un'intera sala a Villa Manin) in Danimarca. Per proseguire almeno con Hertervig, Cappelen, Killand, Thaulow, Krøgh, Sohlberg in Norvegia; e poi Larrsson, Nordström, Zorn, Ekström, Prince Eugen, Strindberg in Svezia; Edelfelt, Gallen- Kallela, Järnefelt, Churberg, Halonen, Thesleff in Finlandia. Alcuni dei nomi dunque che per la prima volta consentiranno, attraverso una mostra ampia e documentata, di far conoscere al pubblico italiano la pittura in Scandinavia.
LA STORIA DI VILLA MANIN
Il maestoso complesso di Villa Manin, situato a Passariano, nel Comune di Codroipo, in provincia di Udine, è uno dei monumenti artistici più significativi del Friuli Venezia Giulia e uno dei simboli più conosciuti del turismo e della cultura regionale.
Fu fatta edificare nel Seicento da Ludovico I Manin per celebrare la ricchezza e la potenza della sua casata, utilizzata dai Manin come casa di campagna.
Il compendio è composto da un corpo centrale adibito a residenza gentilizia, e da alcune zone di servizio ad esso ortogonali dove si svolgevano le attività agricole della Villa. Nella barchessa di ponente erano collocate le cantine e i granai , mentre le scuderie erano posizionate nella barchessa di levante, dove oggi si può visitare il Museo delle Carrozze. La Villa risulta inserita nell'ambiente che la circonda secondo un concetto di armonizzazione, tanto da divenire parte integrante del paesaggio circostante.
La vita del maestoso complesso di Passariano si è sempre legata alle vicende storico-politiche che hanno riguardato questo territorio; è così che alla fine del XVIII secolo, all'epoca dell'ultimo doge di Venezia Ludovico Manin (1789-1798), la Villa divenne quartier generale delle truppe francesi capitanate da Napoleone Buonaparte, che qui soggiornarono nel 1797 durante la campagna d'Italia. Napoleone scelse infatti questa residenza da sovrano, come suo quartier generale: da qui per la prima volta tracciò un nuovo ordinamento da imporre all'Europa intera.
Nelle sale della dimora dogale si svolsero importanti trattative che portarono al "Trattato di Campoformido" (17 ottobre 1797), con il quale venne sancita la fine della Repubblica di Venezia a favore dell'Impero Asburgico.
Cambiamento che segnò l'inevitabile decadimento sino alla fine della potenza della dinastia dei Manin. Questo portò nell'Ottocento al degrado della Villa, causato dall'affievolimento della fortuna familiare dei Manin. Dopo la metà del Novecento la Villa fu acquistata dall'Ente per le Ville venete ed in seguito, nel 1969 dalla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, attuale proprietario.
MUNCH E LO SPIRITO DEL NORD.
Scandinavia nel secondo ottocento
fino al 6 marzo 2011
SEDE ESPOSIZIONE
Villa Manin - Piazza Manin, 10
33033 Passariano di Codroipo (UD)
ORARIO
dal 2 novembre al 6 marzo 2011:
- da lunedì a venerdì: ore 9 - 18,
- sabato, domenica e festivi: ore 9 - 19
Chiuso il 24,25 e 31 dicembre 2010.
1 gennaio ore 11 - 19
CALL CENTER tel. 0422-429999, fax 0422-308272, mail: biglietto@lineadombra.it
ORARIO: 9.00-13.30, 14.30-18.00. Chiuso sabato, domenica e festivi

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