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mercoledì 19 gennaio 2011

NINA SOLDANO, COME HO CONQUISTATO IL MIO "POSTO AL SOLE". L'INTERVISTA: "IL CINEMA è UN CLAN, UN CIRCUITO CHIUSO"

Una donna decisa, costante nel raggiungimento dei propri obiettivi: è Nina Soldano, attrice "sempre in movimento, pronta ad agire e reggere ben salde le redini della sua vita", come riporta il suo sito nella presentazione iniziale. Nota al grande pubblico soprattutto per il ruolo di Marina Giordano che sostiene dal 2003 nella soap italiana "Un posto al sole" in onda dal lunedì al venerdì su Raitre, nella sua carriera ha attraversato e vissuto variegate esperienze artistiche dai fotoromanzi alla televisione con Pippo Baudo e Renzo Arbore fino alle pellicole e ai cortometraggi realizzati per il piccolo e grande schermo: tappe che ha raggiunto con convincimento e continuità sin da quando a ventun anni ha deciso di prendere armi e bagagli per sbarcare nella capitale e realizzare il suo sogno di attrice. L'abbiamo intervistata.

Nel suo tragitto verso la recitazione ha fatto qualche fermata, ha avuto dei ripensamenti?
Ripensamenti assolutamente no, nessuna fermata: all'età di ventun anni ho deciso di lasciare Riccione, un paese di provincia per raggiungere Roma e intraprendere la carriera di attrice: la tenacia, la caparbietà e un pizzico di fortuna mi hanno aiutato, ma non pensavo di poter arrivare dove sono arrivata.
Mai alcuno scoramento?
Qualche delusione sì, come per qualche progetto nato per me e poi finito in mano ad altre colleghe, ma fa parte del gioco ma non ho mai avuto un crollo caratteriale: il mio obiettivo è sempre stato fondamentale e l'ho perseguito con carattere.
Questo carattere deciso si è scontrato con quello dei suoi familiari?
No, vengo da una famiglia da un'impronta molto forte e ho assorbito quello che i miei mi hanno insegnato.
E precisamente che cosa ha "preso" dai suoi genitori?
Mio padre era un militare e mi ha insegnato e trasmesso il senso di disciplina, rigore e puntualità, l'essere presenti a se stessi, mentre da mia madre ho imparato l'estro, il gusto, il piacere dei colori e della fantasia.
Da piccola si guardava allo specchio e ripeteva battute celebri di film: ne ricorda una che l'accompagna tuttora?
Sono passati tantissimi anni, avevo dieci anni e per me era un gioco e non pensavo che sarebbe diventato un mestiere: non ricordo quelle battute, ma preferirei che ne venisse ricordata una pronunciata in una scena girata da me anche se il cinema non ha ancora bussato alla mia porta.
Come se lo spiega?
È un circuito chiuso, un clan: è difficile per chi nasce in tivù fare poi una carriera nel cinema a meno che non si abbia un amico regista; permangono molti pregiudizi. Personaggi del cinema fanno ogni tanto il loro ingresso in tv, ma al contrario è difficile.
Il suo primo film è stato "La notte degli squali": ne ha incontrati molti nel suo ambiente di lavoro?
No, per carità: secondo me incontrare eventuali squali dipende molto da come ci si pone. Io sono una persona timida e riservata e faccio poca vita mondana.
Parliamo di "Un posto al sole": Marina, il suo personaggio, avrà prima o poi qualche periodo di tranquillità?
Spero di no perché finirebbe il mio compito: le auguro mille inquietudini per continuare a solleticare la curiosità del pubblico altrimenti me ne andrei a casa. Marina non nasce come personaggio normale e tranquillo e se lo diventasse il mio cerchio si chiuderebbe: ho bisogno che continui ad essere anormale.
Com'è l'interazione fra voi attori sul set?
Fra noi colleghi ci troviamo veramente bene: siamo un po' come dei teatranti, molti di noi viviamo a Roma e quindi facciamo una vita da pendolari per tutte le volte che entriamo e usciamo da Napoli, come se fossimo in tournèe. Formiamo un gruppo molto compatto, c'è energia e credo venga percepito perché da quattordici anni "Un posto al sole" continua ad andare benissimo. Un'energia dettata da attori professionisti, tutti con una gavetta teatrale alle spalle: nessuno si è inventato o improvvisato attore. È un'isola felice e i colleghi che entrano a farne parte si stupiscono piacevolmente.
Lei che cosa guarda in tv?
Ultimamente programmi di attualità, documentari, la tivù di servizio e basta. I varietà del sabato sera di una volta non ci sono più, mentre delle fiction guardo solitamente la prima puntata e se mi piace vado avanti, anche se a dire il vero di grandissime fiction non se ne vedono così tante. Giovanni Zambito.

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