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venerdì 1 febbraio 2013

Teatro, Leo Gullotta in "Sogno di una notte di mezza estate". Fattitaliani intervista il regista Fabio Grossi

IIn scena il 5 febbraio al Teatro Eliseo la prima romana dello spettacolo Sogno di una notte di mezza estate prodotto con lo Stabile di Catania, dove ha inaugurato la stagione 2012/2013. Protagonista dello spettacolo Leo Gullotta attorniato da un folto gruppo di attori. La regia è firmata da Fabio Grossi, che dopo La commedia degli errori e Le Allegre Comari di Windsor, si misura ancora una volta con Shakespeare. Fattitaliani lo ha intervistato.
Come fare a rendere ancora attraente un testo classico?
Semplicissimo, leggerlo così com'è stato pensato dall'autore e saperlo filtrare con l'occhio del contemporaneo. Non stravolgendo un testo se ne suscita l'ammirazione e la comprensione, tanto serena è la fonte tanto chiaro è il bacino.
Di volta in volta che cosa interviene nella scelta di un testo di Shakespeare o altri classici?
La conoscenza e la voglia di raccontare per immagini. Dando considerazione ad un autore "classico" si è avvantaggiati nell'esposizione in scena. E poi il peso, il concetto, la parola scritta, che di per sé ne fa un sempre verde, soddisfa la scelta.
E gli adattamenti nascono solamente dalle suggestioni che provengono dal testo o la propria formazione e le proprie idee si sovrappongono ad esso?
L'alchimia giusta sta nel mettere a servizio del testo la propria esperienza emotiva e sensoriale. Il testo ti dà la forma e il contenuto, tu puoi solo scegliere la confezione per poterlo rappresentare e presentare. Ma un grande autore si riappropria sempre delle proprie parole. Quindi adattare con il rispetto e la gratitudine, l'essere umili e non arroganti selezionatori, fanno sì che il lavoro su un testo sia valido.
E nel "Sogno" in particolare...?
Nel SOGNO tutto quello detto è come guardare attraverso una trifora, un paesaggio scomposto ma unico. Questo testo di Shakespeare è forse quello più rappresentato al mondo, una miriade di versioni e altrettante sensazioni. Chi si pone difronte la realizzazione scenica di questo "classico" ha una moltitudine di sollecitazioni e in quella che può essere considerata una valenza è di crearsi uno scudo che protegge se stessi e la parola, essere, di conseguenza, intermediale con quest'ultima e la propria emozionale creatività.
La continuità di una collaborazione con Gullotta come si traduce nella rappresentazione di un nuovo spettacolo?
Essere tra gli spettacoli di prosa al top del borsino degli incassi del teatro italiano potrebbe essere un'ottima motivazione, ma coesiste una comunanza di idee che sostiene una collaborazione. Già è in programma una prossima messinscena, proprio a rafforzare il tutto. Giovanni Zambito.
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L'INTERVISTA A LEO GULLOTTA.

Il Sogno di una notte di mezza estate racconta delle imminenti nozze tra Teseo, duca d'Atene, e Ippolita, regina delle Amazzoni, da lui sconfitta e suo bottino di guerra.
Un gruppo di artigiani-attori prepara una recita per l'occasione, mentre Titania e Oberon, rispettivamente regina e re delle fate, sono in lite fra loro e assistono nel bosco, tra un dispetto e l'altro, all'incontro tra amanti incompresi, amanti in fuga, amanti non corrisposti
Un fitto bosco di equivoci e malintesi, un re e una regina litigiosi, spiriti dispettosi e creature magiche sono gli ingredienti ideali per una commedia divertente ma anche ricca di poesia e delicatezza e impregnata di spunti noir e talvolta inquietanti.
I fatti dell'umano, spiega il regista Fabio Grossi, hanno sempre quel qualcosa di magico, di misterioso, di fantasticamente colorato o triste, che da sempre ha intrigato nobili o semplici pensatori. Ed è proprio quell'aspetto scuro che interesserà la nostra lettura, personaggi portati al limite, l'altra faccia della medaglia.
Blocchi di vita, scrive Grossi, che animano blocchi di materia, raccontando una storia che anche se pur tanto raccontata, mantiene sempre alto l'interesse dello spettatore.
La struttura drammaturgica si dipana su tre livelli ben precisi: la Corte rappresenterà il potere, i Comici la semplicità del volgo, i Giovani l'Amore e i Magici quel mondo fantastico che tanto intimorisce quanto affascina.
L'imperscrutabilità dell'Animo verrà così trattato esaltandone la valenza, di volta in volta proposta attraverso i vizi, i pregi, le risse, le pacificazioni, i pianti e le risa dei Nostri protagonisti.

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