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domenica 8 settembre 2013

Bruxelles, Fattitaliani visita il Théâtre Royal de la Monnaie

Dire Teatro Reale della Zecca non ha il medesimo effetto fonetico di Théâtre Royal de la Monnaie (o semplicemente la Monnaie), l'edificio che ospita l'Opera Nazionale del Belgio - in fiammingo Koninklijke Muntschouwburg (de Munt) -, il cui prospetto neoclassico progettato da Louis Damesme risale al 1819, è stato ristrutturato nel 1853 e poi ancora nel 1985. Il foyer e la sala sono stati costruiti nel 1856, ma quasi tutti gli elementi dell'attuale struttura sono stati rinnovati negli anni Ottanta.
Le vicissitudini de la Monnaie hanno accompagnato la storia del Belgio e il suo percorso verso l'indipendenza diventandone una specie di simbolo: l'opera La muta di Portici di Daniel Auber venne programmata nell'agosto 1830, dopo che era stata vietata da re Guglielmo II per il suo contenuto incitante alla rivolta. Alla rappresentazione, la sera del 25 agosto 1830, si scatenò una rivolta che costituì la scintilla che diede inizio alla rivoluzione belga. L'edificio del Damesme continuò ad essere utilizzato per oltre un ventennio come maggior teatro d'opera del Belgio, prima che venisse raso al suolo da un pauroso incendio nel gennaio 1855.
Quindi il teatro venne ricostruito, su disegno di Joseph Poelaert, nel giro di quattordici mesi: la sala, con 1.200 posti, ed il foyer vennero decorati nell'allora popolare stile eclettico. Una mistura di neo barocco, neo rococo e neo rinascimentale.
Per la decorazione si fece largo uso di dorato, cartone-pierre, sculture, velluto rosso e broccato. La sala venne dotata di un enorme candelabro pendente dalla volta a cupola in bronzo dorato e cristalli di Murano. Gli affreschi della volta, che rappresentano Il Belgio che protegge le Arti, furono realizzati dalla bottega dai pittori parigini François-Joseph Nolau ed Auguste-Alfred Rubé e ridipinti nel 1887 da Auguste-Alfred Rubé e da Philippe-Marie Chaperon, perché seriamente danneggiati dal fumo delle candele del grande lampadario. 
Molti i lavori di restauro e ristrutturazione che sono seguiti nel tempo. La hall e la scala d'onore, per esempio, furono ridisegnati dall'architetto Charles Vandenhove. Nei lavori del 1985 grandi cambiamenti riguardarono il palco e la fossa d'orchestra che, sistemata tre metri sotto la scena, viene riportata a livello di superficie grazie a un sistema idraulico e ospita 90 musicisti. Ancora Charles Vandenhove ha ideato il rifacimento il salone, situato dietro alla loggia reale: le realizzazioni in plastica e le sculture di Daniel Buren e Giulio Paolini trasmettono l'idea della tensione che attraversa la messa in scena di un'opera nei tanti elementi che la costituiscono.
Fattitaliani ha potuto anche visitare il "cantiere" del Teatro. In una grande sala vengono allestite in anteprima le scenografie dell'opera da rappresentare mentre i costumi - realizzati in più taglie - sono allestiti poche settimane prima da una sartoria interna.
Nella Grande Salle si nota la scritta SPQB a rappresentare quanto Bruxelles e La Monnaie si appartengano reciprocamente: un fiore all'occhiello della capitale tanto caro ai suoi abitanti.

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