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venerdì 13 settembre 2013

Dove mi porti? Il nuovo libro di Anna Burgio: vita e memoria affidate allo sguardo dei piccoli. La recensione di Fattitaliani

In “Dove mi porti?” (Armando Siciliano Editore (pagg. 131, €) la scrittrice agrigentina Anna Burgio ci regala un volume avvincente. Affida allo sguardo dei bambini la visione del mondo che ci circonda. Sentimenti ed emozioni che abbiamo perso di vista. Il recupero della memoria si intreccia con la tensione dei nostri giorni e ci conduce in un viaggio inaspettato e ricco di sorprese.
Una grande casa. Anna apre il grande portone e lascia che sia Teresa a guidarti. Un lungo corridoio. Tante stanze. In ogni stanza una storia, un racconto, bambini.  Anna è l’autrice, Teresa è una sua creatura. Teresa gioca, pensa, sorride, sfugge. Teresa, con il suo sguardo di bambina, osserva la realtà dura, di ieri e di oggi,  senza condizionamenti. Non cerca giustificazioni, non ammicca, semplicemente accompagna; talvolta con fare malizioso, altre con la tenerezza che non sempre riesce a nascondere. Anna la lascia fare.

La donna e la bambina, l’autrice e il personaggio si rincorrono. In un gioco delle parti.
È un continuo aprire e chiudere. Un movimento che non stanca, ma che coinvolge. È così che ho vissuto le pagine di Anna Burgio. Il tutto accompagnato da un senso di smarrimento, un alternarsi di emozioni e sentimenti. La scrittura è accattivante: gioca con le parole l’autrice. Le usa per cucire le storie con cura, che magicamente diventano un’unica grande storia di quello che siamo stati e quello che avremmo voluto essere. Una storia che ci fa amare i nostri ricordi e guardare ad altezza di bambino la nostra vita.
E mentre ci domandiamo “Dove andiamo?” Teresa sorride, guarda il mare, accarezza le sue conchiglie; apre un’altra porta, ci conduce in un’altra stanza e, come un grande specchio, ci siamo noi, tanto tempo fa. Peppe Zambito.

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