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sabato 28 settembre 2013

Mit(love)ologia. Le tragicomiche greche dal 1° ottobre al Teatro Testaccio. Fattitaliani intervista Maria Elisa Barontini e Gustavo Maccioni

Cosa hanno in comune Orfeo ed Euridice, Epimeteo e Pandora, Amore e Psiche, Dioniso e Arianna? Ma l’amore naturalmente! E sarà proprio l’amore il filo conduttore dello spettacolo “Mit(love)ologia. Le tragicomiche greche” della Compagnia ME Gusta in scena dal 1° al 13 ottobre al Teatro Testaccio di Roma in Via Romolo Gessi, 8. Gli attori Maria Elisa Barontini e Gustavo Maccioni portano sul palco i miti greci e li rappresentano in chiave tragicomica, quasi come fossero delle vere e proprie sceneggiature su cui costruire, con gag e giochi di parole, un racconto inedito e particolare dell’antica Grecia. Fattitaliani li ha intervistati.
Il rapporto che avete avuto con la mitologia è positivo - si desume dal titolo: che cosa vi ha spinto a rielaborarla in modo spiritoso?
GUSTAVO: Sarei un ipocrita se dicessi << È sempre stato positivo il mio rapporto con la mitologia…>> perché cosi non è; direi che rispetto ad essa ho vissuto quello che definirei: l’antitesi della “tragedia”. “L’odio” maturato sui banchi di scuola, è divenuto “amore”. Leggendo Euripide, mi accorsi di quanto fosse attuale benché lontano dal nostro quotidiano, e quanto io fossi inadeguato a leggerlo: ero privo delle nozioni base a cui Euripide alludeva nei suoi testi. Fu lì che per comprendere meglio il senso delle sue opere ripresi in mano la mitologia, e ridevo, ridevo da solo leggendo le vicende di questi personaggi. E, dato che nessuno li aveva mai portati su un palco per farli raccontare vivavoce, ho deciso di farlo io con il tocco della comicità. Per me era naturale scriverli in quel modo… poi il mondo greco mi permetteva di creare tanti giochi di parole, battute dal senso alternato tra il popolare e il ricercato, regalandomi la possibilità di cimentarmi, nei dialoghi e nei monologhi, con una scrittura complessa e comica, ma, sotto molti aspetti, anche didattica, concedendomi di omaggiare personaggi del teatro a me molto cari, che accarezzo semplicemente, strizzandogli l’occhio: uno su tutti, il grande Ettore Petrolini. 
MARIA ELISA: Questa rielaborazione è stata scritta da Gustavo, ma entrambi ci divertiamo con questo genere e spesso uniamo le nostre menti nei momenti di creazione. Perciò, quando Gus mi ha offerto l’occasione di partecipare al progetto non ci ho pensato due volte! La mitologia mi è sempre piaciuta molto e poterla far rivivere sul palco in modo divertente e scanzonato è una sfida a cui non potevo dire di no, soprattutto perché è un modo per far riscoprire al pubblico un lato “leggero” e più vicino a noi degli antichi miti greci e, cosa non meno importante…un’occasione, per me di ripassarli un po’!
Che cosa pensate a chi dice che sono proprio le storie mitologiche alla base delle soap-opera e dei teleromanzi?
GUSTAVO: Direi che non è un’idea tanto peregrina… basta pensare che alla base delle moderne sceneggiature cinematografiche c’è tutto un impianto drammaturgico derivante dalle fiabe, che affondano le loro radici nel tessuto popolare, cosi come i miti per i greci, e non sono io a dirlo, ma Joseph Campbel prima e Chris Vogler poi ne “Il viaggio dell’eroe”, testo sacro per i sceneggiatori Hollywoodiani. Quindi direi sì: soap opere e teleromanzi prendono spunto indubbiamente dai miti dell’antica Grecia.
MARIA ELISA: Beh, come dargli torto…in fin dei conti la mitologia è fatta di racconti ancestrali che toccano l’uomo nel suo essere tale, ed è per questo che le sue trame funzionano sempre e non passano mai di moda. Certo, poi le soap opera, ahimé, non sono sempre all’altezza dei miti… ma che c’è di più edipico di Beautiful?
E Pollon... vi dice qualcosa?
GUSTAVO: La domanda mi coglie a piedi scalzi, perché di Pollon ci “sgnoccolo” poco; io preferivo Ken il guerriero e Holly e Benji, e ad oggi, con il senno di poi, capisco il perché: giusto in un mito greco il Giappone potrebbe vincere i mondiali… Comunque credo che l’intento di fondo che accomuna Pollon a Mit(love)ologia sia quello di avvicinare a noi il mondo dei miti attraverso una chiave diversa da quello dei libri di scuola e vale a dire con una bella risata.
MARIA ELISA: Certo che sì!! Io la adoro!!! Da bambina era uno dei miei cartoni animati preferiti e tutt’ora lo rivedo con estremo piacere. Pollon è stato il mio primo approccio con i miti greci… e un approccio davvero positivo, perché facendomi divertire me li ha subito resi simpatici e spero che questo spettacolo possa fare lo stesso, anche se ovviamente con dinamiche e linguaggi totalmente diversi.
Di quale personaggio vi piacerebbe cambiare qualcosa nella sua storia o nel suo modo di essere?
GUSTAVO: Per quello che mi concerne ho già cambiato qualcosa nelle storie di questi personaggi e nel loro modo di essere, ed è stata proprio questa operazione che ha trasformato questi miti, più o meno tragici, nell’ibrido in equilibrio tra commedia e parodia, aggiungendo l’appeal comico a tutte le vicende. 
MARIA ELISA: Sinceramente non lo so… certo, ogni volta mi fa rabbia che Orfeo si volti a guardare Euridice troppo presto, o che l’unico modo per salvare Dafne sia trasformarla in un alloro! Ma per centinaia e centinaia di anni la gente se ne è fatta una ragione e qualcosa mi dice che sarò costretta a farmene una anch’io!
Quello che vi assomiglia di più? e quello più distante da voi?
GUSTAVO: Riferendomi al mito direi: Sicuramente il personaggio più lontano da me è Amore. Innanzitutto perché è solitamente raffigurato come un giovane boccoluto ed io a stento tengo una chioma, poi è talvolta bello e aitante, tal altre piccolo come un bambino ed io ho l’altezza di un bambino e la calvizie incipiente di un quarantenne, ma entrambi sappiamo volare (io con la fantasia naturalmente). Quello che più mi assomiglia forse è Orfeo: siamo entrambi timidi, musicisti (solo che lui è più bravo), romantici e forse, se perdessi la cosa che amo di più nella vita, e sottolineo forse, come lui mi lascerei andare, ma citando Lillo e Greg <<non ci metterei la mano sul fuoco… ma su una cosa calda..>> Gli altri personaggi hanno aspetti nei quali mi identifico e alcuni che non collimano con la mia personalità; certamente, in quelli contenuti nella mia trasposizione, tutti hanno una forte componete che me li rende affini, chi per un verso e chi per l’altro.  
MARIA ELISA: Non saprei proprio come rispondere  a questa domanda. Tutti i personaggi femminili che abbiamo trattato, nella trasposizione che ne è stata fatta, possiedono qualcosa che in un certo qual modo, per ragioni diversissime, li rende vicini a me. Forse il più lontano da me è Pandora, ma paradossalmente è anche il personaggio in cui mi diverto di più! Giovanni Zambito.


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