Da stasera fino a domenica
13 ottobre al Teatro Millelire di Roma è in scena la
prima nazionale de Il passaggio, l’eco di un teatro occupato,
la nuova commedia musicale scritta e diretta da Antonio Diana;
la prima delle tre produzioni proposte da Madrearte teatro e Dea
in scena per la stagione teatrale del teatro diretto da Lorenzo
de Feo e Antonio Lupi.
Lo
spettacolo è l’eco
di un teatro occupato
e ritrae la storia di quattro attori di una compagnia teatrale
stabile che occupano, in segno di protesta, il loro storico teatro
destinato a chiudere per permettere la costruzione di un parco
commerciale. Nascono così alcuni
personaggi e scene che sfiorano vari generi e stili teatrali.
Emergono storie personali come in una eterna confessione, facendo
venire a galla questioni attuali come droga, omofobia, rapporto
genitori-figli e legalità.
Antonio
Diana mette in scena con
Mariano Riccio, Mario Piana, Arianna Luzi Individui
intrappolati in un limbo a tratti reale e a tratti immaginario, che
sembra sia terreno che di un'altra dimensione. Uomini che si
preparano inconsapevolmente ad un passaggio; persone al bivio
dell’essere e dell’essenza, ad un passo dal passaggio dalla vita
alla morte e dalla morte alla vita, raccontano storie, come in una
eterna confessione, spinti dal luogo e dalla condizione in cui si
trovano, attraversando mutamenti di stato e di condizioni, passando
da un periodo all’altro del loro vissuto.
Argomenti che si
incatenano ai personaggi in un contesto a tratti brillante che spinge
la rappresentazione dal comico al drammatico in maniera radicale,
ponendo e imponendo diversi stati d’animo e condizioni in cui per
ognuno avverrà un passaggio diverso, ma per tutti un eguale
rinascita. Fattitaliani ha intervistato Antonio Diana.
Concepire e scrivere uno spettacolo del genere (com)porta un buona dose di sofferenza con sé?
C'è sempre qualcosa di vissuto in ciò che scrivo che con una spinta viscerale viene fuori nel testo e nella costruzione registica; e se non sono esperienze vissute in prima persona, sono quelle a cui sono particolarmente sensibile e con cui la fonte creativa si amplifica.
Le riflessioni dei quattro attori in scena in generale quale situazione attuale rispecchiano?
Purtroppo non è raro oggi sentire di un teatro che chiude, spesso bisogna cedere alle questioni burocratiche, amministrative e gestionali. In questo caso, si combatte contro la prepotenza e l'ingiustizia: un'istituzione che cede l'area dove è ubicato lo spazio teatrale in questione, per la costruzione di un parco commerciale, un'organizzazione malavitosa farà di tutto per manda via gli attori-fondatori per interessi sugli appalti di costruzione. Questa è la storia che lega il tutto ma che alla fine è un pretesto che fa emergere tante questioni sia del vissuto personale che di personaggi di spettacoli che hanno vissuto o vivranno. Temi come l'omofobia, che emerge dalla storia di una ragazza lesbica in lotta con il pregiudizio del suo paese e dal contrasto con la sua famiglia; ed ancora questioni su droga e legalità. Non mancano dei riferimenti storici teatrali, dove prendono vita e dialogano personaggi come "Andromaca", "Medea", "Marcantonio", "Mirandolina", "Iago", ... un discorso che unisce secoli e secoli di teatro e autori, da Euripide a Shakepspeare, da Molière a Pirandello.
Che si prova a livello professionale interpretare un attore come personaggio? c'è un effetto di maggiore straniamento di se stessi rispetto ad altri ruoli?
E' sicuramente un'esperienza particolare quella di interpretare il ruolo di un "attore" ma la difficoltà riscontrata e per la quale c'è voluto un maggior lavoro di preparazione è stata quella di passare in modo radicale da un personaggio all'altro, attraverso vari stili e metodi sia di recitazione che di azione. Lo spettacolo racchiude dei momenti da "commedia" ed altri da "teatro fisico".
Che tipo di riflessione vorrebbe trasmettere al pubblico che vedrà lo spettacolo?
Sono innumerevoli le riflessioni che trovano spunto, ci sono tematiche sociali, culturali ed esistenziali che prevalgono molto. Citiamo nello spettacolo il poeta Newiller [...è tempo che l'arte trovi altre forme per comunicare in un universo in cui tutto è comunicazione. Ci vuole un altro sguardo per dare senso a ciò che barbaramente muore ogni giorno omologandosi...]. Queste sono le frasi che hanno ispirato in partenza "Il passaggio", dove il teatro viene esaltato, difeso, ricordato e guidato; e mostra come poter illudere lo spettatore, con un finale del tutto a sorpresa che metterà in discussione la finzione, la realtà e la verità. Giovanni Zambito.
Il
passaggio
Scritto
e diretto da Antonio Diana
con Antonio
Diana, Mariano Riccio, Mario Piana, Arianna Luzi
musiche
originali Lino Cannavacciuolo e Mariano Bellopede
assistente
alla regia: Gabriele Mangion
al
Millelire
www.millelire.org
- 0639751063 – 3332911132
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