Pagine

lunedì 7 ottobre 2013

L'Italia Migliore, Vladimir Luxuria si racconta attraverso il suo nuovo romanzo: "Il successo ti pacifica o ti abbrutisce"

Il Presidente del Gay Village in una conversazione a 360° sulla sua vita, professione e le battaglie ideologiche.

di Emanuela Del Zompo

Accompagnata sul palco da Selvaggia Lucarelli e dal rappresentante del Lunar, associazione non governativa ed ente autonomo che combatte ogni forma di discriminazione non solo quella omofoba, Vladimir Luxuria ha esordito dinanzi al suo pubblico ribadendo i punti fondamentali del suo impegno civile a favore della stessa associazione che lotta contro le discriminazioni più comuni come quelle legate alla razza, all'etnia, alla disabilità.
Un particolare messaggio è andato al tema del femminicidio e alla lotta contro la violenza sulle donne.
Come agisce l'associazione nella sua battaglia contro le discriminazioni? E la politica come reagisce dinanzi al suo operato?
V.L. Innanzitutto opera un gran lavoro di prevenzione: la politica purtroppo fa fatica a farsi strada in questa direzione e quindi non possiamo contare sul suo appoggio. Ma la cosa più importante che va detto che la stessa Lunar raggruppa 400 associazioni che combattono insieme alla medesima, nella stessa direzione.
Tutto questo perché le persone non vanno lasciate sole, perché altrimenti si sentono condannate e perdono il senso della cittadinanza.
Quali sono i vostri obiettivi?
V.L. Ci sono tanti progetti, sicuramenti degli interventi nelle scuole e seminari per i giornalisti che devono essere informati per a loro volta informare l'opinione pubblica e cosa importante corsi di formazione in polizia per aiutare a combattere le azioni che scaturiscono  in  crimini.
L'Italia Migliore, il tuo nuovo libro edito da Bompiani, di cosa parla?
V.L. E' un romanzo che fa molto discutere, ma questo non è una novità: sono stata spesso al centro di polemiche. Comunque è un libro dove è presente il dolore, l'irrisolto. Ognuno di noi ha nella vita qualcosa di irrisolto! E' la storia di 2 sorelle con vite opposte. Una ha vita semplice, di provincia e cura la madre malata di Alzheimer (altro tema che affronto con questo libro), l'altra insegue e raggiunge il successo con ogni mezzo anche illecito ma questo non le porterà la felicità.
C'è qualcosa in sospeso nella tua vita?
V.L. Ripeto, tutti hanno qualcosa da risolvere nella propria vita e se anche porto una maschera e recito la parte della persona forte e risolta, lo faccio per combattere tutti i giorni le mie battaglie per i miei diritti e per la mia condizione umana. Mi consola il fatto di avere molte amiche etero che piangono sulla mia spalla per i propri problemi: questo è molto democratico per me!
Al momento sei single?
V.L. Sono "Zingle", vuol dire tra la zitella e la single ... aspetto ancora il principe azzurro e nel frattempo mi consolo con il cavallo bianco!
Perché come hai detto prima indossi una maschera?
V.L. Ho ancora ferite aperte dovute alle cattiverie subite e all'ignoranza della gente. Ricordo in particolare a scuola un episodio che si riferisce al periodo della scuola elementare periodo in cui ho cominciato a rendermi conto della mia diversità. Ne parlai con un amico (da ingenua confidavo tutti i miei pensieri) il quale a sua volta riferì alla maestra. La stessa dinanzi a tutta la classe mi chiese se era vero che mi piacevano i maschietti ed io risposi di sì. La reazione della maestra fu oltre al rimprovero, una bacchettata sulle mani dicendo che queste cose non si facevano e tantomeno dicevano. Bè questo per me fu un trauma psicologico perché l'istituzione scuola aveva fallito nell'obiettivo educativo.
Ci descriva i personaggi del suo libro. Qualcuno si è sentito tirato in causa?
V.L. Bè il personaggio della sorella che cerca il successo con ogni mezzo a sua disposizione è sicuramente una persona che crede di risolvere i propri problemi con il successo. Però devo dire che questo personaggio non è riconducibile ad una sola persona. Il successo o "ti pacifica o ti abbrutisce."
Ed il successo che effetto ha avuto su di lei?
V.L. Io ho avuto una popolarità graduale. Ma ero già famosa a Foggia nella mia città. Quindi quando sono arrivata al successo in maniera graduale non mi ha portato a montarmi la testa, ho saputo gestire la cosa.
Che vuol dire eri famosa a Foggia?
V.L. Che quando uscivo di casa portavo con me gli abiti di mia sorella e mi cambiavo nelle cabine telefoniche per vedere poi l'effetto che facevo sul pubblico cittadino. E le reazioni dei miei concittadini e dei passanti che mi osservavano erano diverse ma coincidevano con frasi come .. Lu recchiò di Foggia.. all'epoca al mio passaggio si è girata anche la statua di Garibaldi a cavallo.
Come ti vestivi?
V.L. Bè mi piaceva diversificarmi e trasformarmi.. passavo dal punk al dark e la sperimentazione era elemento fondamentale della mia ricerca. Poi sono arrivata a Roma al talk show di Costanzo, ho fatto L'isola dei famosi, ho guidato il gay pride e sono arrivata alla politica... però ho imparato una cosa del successo. E' più importante quando qualcuno ti è riconoscente per qualcosa che hai fatto o trasmesso che l'essere riconosciuta perché sei un personaggio noto e famoso!
A chi è dedicato il libro?
V.L. Ad un ragazzo Fernando morto a causa di un tumore al pancreas. Ho pianto molto per lui! Quando sono arrivata a Roma... e non ero nessuno e  non sapevo dove andare .. lui mi ha dato un posto per dormire e da mangiare. Per tornare al personaggio del mio libro, alla sorella che ha avuto il successo, volevo sottolineare  un passaggio fondamentale della storia. Quando la madre si ammala gravemente, lei ha una crisi perché vuole rivederla, vuole riallacciare il suo rapporto con la famiglia d'origine, purtroppo la stessa madre a causa della malattia non la riconosce... questo sta a sottolineare il fatto che il successo non garantisce la felicità perché nella storia tutti la riconoscono grazie al successo tranne la madre, l'unico affetto della vita che conti non riesce a ricordarla. Tutto ciò rappresenta il rapporto perduto con il genitore.
Quando trovi il tempo per scrivere?
V.L. Quando viaggio, in treno soprattutto scrivo poi raccolgo tutto sul computer.
Cosa pensi del caso Barilla e sul suo concetto di "omofobia"?
V.L. Questo episodio segna che qualcosa sta cambiando, che presto anche la pubblicità non sarà solo etereo e che si apriranno le porte al mondo gay.
Ti piacerebbe fare la testimonial per la pubblicità?
V.L. Sì, mi piacerebbe fare quella del dado Knorr in veste della casalinga che prepara il pranzo (sorride).
Che mi dici della sensibilità dei gay, è vero che lo sono più degli etero? E i migliori amici delle donne?
V.L. E' un luogo comune. Siamo uguali agli altri: come c'è l'etero sensibile e stronzo così esistono gay più sensibili e quelli più stronzi. Così vale per l'amicizia.
Il deputato più sexy?
V.L. Di Battista del movimento 5 stelle, con me sarebbero 6.
A chi faresti dirigere il gay village?
V.L. Alla Santanchè.
Che messaggio porta il tuo libro?
V.L. Di solito non do messaggi, non mi piace essere un piccione viaggiatore, però credo di aver sottolineato la condizione umana, che il successo non dà la felicità.
Perché questo titolo L'Italia Migliore?
V.L Perché è un docu-reality sugli eroi del nostro tempo, un codice sulle persone di cui siamo circondati.
Un'ultima domanda.. hai avuto mai avances per fare carriera?
V.L. No , mai avuto molestie... magari ad avercele (scherza)!

Nessun commento:

Posta un commento