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venerdì 18 ottobre 2013

Teatro, Carrefour - Un crocevia di esperienze. Fattitaliani intervista il regista Mamadou Dioume

Il 3 ottobre al Teatro Elfo Puccini di Milano è stato presentato in prima nazionale lo spettacolo Che la terra vi sia leggera del drammaturgo e regista togolese Kossi Efoui, esponente di spicco del teatro francofono contemporaneo. A cura della compagnia Atelier Teatro (che ha anche tradotto il testo in italiano), la regia di Mamadou Dioume (attore senegalese che negli anni ’80 a Parigi ha collaborato con Peter Brook presso il Centro internazionale di Creazione Teatrale) e le musiche originali dal vivo del musicista e compositore torinese Giulio Berutto, Che la terra vi sia leggera ha approfondito alcune tematiche di grande attualità e stimolare una riflessione sulle libertà reali e apparenti della società in cui viviamo.

La scena si svolge nella notte senza fine di una feroce dittatura. Ognuno dei tre personaggi è custode di un’immagine del tempo. Il viaggiatore tiene in vita la memoria di un passato di sogni e speranze che intende recuperare facendo ritorno al paese natale. Il segugio-poliziotto sorveglia le azioni e i pensieri di "una fossa comune, in cui tutti devono restare tranquilli". La donna, che si ribella alla violenza quotidiana del potere, legge il futuro nell’acqua e nella sabbia, nel fuoco e nella cenere, alla ricerca di bagliori che lascino almeno immaginare la possibilità di un avvenire.
Le strade di queste figure universali si incrociano sotto la luce fredda e tremolante dei lampioni che rischiarano gli amori e le speranze tradite, i delitti e le violenze del regime, i tentativi disperati di vivere la vita giorno per giorno senza crollare e senza perdersi nell’illusione. Non ci sono più sole né stagioni. Fattitaliani ha intervistato il regista Mamadou Dioume.

Che cosa del testo di Efoui ha cercato di tradurre sul palco con la sua regia?
Il dono di sé, l'attore che dà tutto senza aspettative. Nient’altro che raccontare una storia basata sulla dittatura, l'accecamento dell'essere umano in rapporto al potere e alla distruzione.
E dei cinque corti realizzati con Efoui e Berutto che mi dice? Facile andare d'accordo nel realizzare ognuno il proprio punto di vista? i venti artisti secondo lei che cosa hanno imparato dall'esperienza di Carrefour? e voi da loro?
È stato un cantiere incantevole: abbiamo lavorato su due concetti, musica-testo, e abbiamo cercato di trovare ciò che li avvicina, visto che siamo di fronte alla musica delle parole e a quella delle note, quindi ad una sorta di alchimia. Lo scambio delle impressioni è essenziale subito dopo l'esperienza vissuta: le resistenze a se stesso e, infine, l'apertura e la disponibilità a ciò che porta l'attore a sapere raccontare l'istante. Nutrirsene e rendersi conto che i limiti possono essere superati. Dopodiché è importante anche l'apertura a sé e al resto: allo spazio scenico, ai compagni, alla musica, agli oggetti. Insomma la presenza ad ogni istante, la condivisione, e infine la disponibilità al lavoro, all'incontro di due mondi opposti, differenti e che possono tuttavia combaciare, visto che raccontiamo le relazioni umane. Dagli artisti ho imparato il ritorno all’essenziale, il rifiutare l'esibizionismo e il sentirsi sull'altare sacrificale: prestare corpo e anima ad una verità che non è la mia.
Tanti i temi importanti che avete toccato: ce n'è uno cui tiene particolarmente? 
Il tema della donna: la grande Madre, la terra, la cui rappresentante è la figura femminile di carne e ossa, sfruttata da oggetto, da giocattolo secondo i nostri stati d'animo, una figura spezzata.
Il suo Atelier teatro che cosa offre di diverso rispetto alle tante altre scuole-associazioni di teatro?
Atelier Teatro non è un’associazione-scuola. Abbiamo come principio quello di esplorare ogni tipo di scrittura drammatica, essendo di qui o altrove. Atelier Teatro offre dei percorsi che permettono a chiunque di densificarsi, sia sul piano della drammaturgia che della recitazione, senza pretesa alcuna. Giovanni Zambito.

CARREFOUR - UN CROCEVIA DI ESPERIENZE è un progetto di Atelier Teatro, in collaborazione con Institut Français Milano e Comune di Milano, che riunisce attività pedagogiche, formative e creative dedicate ai mestieri del teatro. Il progetto, coordinato da Mamadou Dioume (direttore artistico dell’Asso­ciazione), si rivolge alle giovani generazioni con l’obiettivo di gettare un ponte che consenta la condivisione di esperienze e percorsi umani apparentemente lontani.

Atelier Teatro è un’associazione culturale di ricerca, formazione e creazione teatrale. Nasce nel 2008 e si avvale della direzione artistica di Mamadou Dioume, attore e regista franco-senegalese esponente di spicco del teatro internazionale. Gli obiettivi principali dell’associazione sono la creazione di spettacoli e la formazione delle di­verse professionalità del teatro attraverso percorsi pedagogici e seminari specifici. Atelier Teatro è impegnata in progetti sociali di promozione della cultura teatrale quali incontri e laboratori nelle scuole, attività sul territorio, spettacoli e conferenze.


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