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giovedì 3 ottobre 2013

The Newsroom, dal prossimo 17 ottobre su Rai 3. L'attore Thomas Sadoski: una serie sui giornalisti e la loro vita. L'intervista

Dopo Frank Spotniz, giornalista che dalla press passa a scrivere sceneggiature per la tv, questa volta è la tv che passa al mondo del giornalismo con "The Newroom" la nuova serie tv targata HBO e che in Italia vedremo su Rai 3 dal 17 ottobre: una serie appunto ambientato nel mondo dei giornalisti. Alla conferenza stampa era presente l'attore Thomas Sadoski e per Fattitaliani la dinamicissima inviata Emanuela Del Zompo.
La serie tv americana mostra chiaramente un linguaggio narrativo sicuramente superiore a quelle delle nostre fiction, esordisce in conferenza stampa il direttore di Rai 3 e che si augura presto possa essere adottato dal nostro sistema produttivo o quantomeno avvicinarsi più possibile al modello americano.
"E' un gran prodotto di qualità e per questo motivo abbiamo scelto di acquisirlo per la tv generalista italiana. Il nostro Paese ora ha bisogno di prodotti di alto livello e di dare al pubblico una scelta diversa e se vogliamo migliorare la tv."
C'è un legame sugli avvenimenti accaduti che raccontate nella serie tv o avete fatto solo un lavoro di fiction?
Thomas Sadoski: E' vero che c'è un legame forte con gli avvenimenti accaduti, ma l'intenzione dei produttori era di fare una serie tv sul mondo del giornalismo ed interpretarlo in maniera tale da lasciare al pubblico un "messaggio" non solo sulla professione del giornalista e su quello che i giornalisti comunicano con il loro lavoro, ma soprattutto anche sulla condizione umana e sulla loro vita al di là del lavoro con tutte le sue problematiche e difficoltà. E soprattutto questo è un telefilm per l'intrattenimento non un documentario sul mondo o sulla professione giornalistica.
Pensa che questo tipo di telefilm possa cambiare l'opinione pubblica?
Bè se  succede è anche un obiettivo raggiunto del prodotto, ma ripeto è puro intrattenimento.
Cosa pensa del pubblico americano sulle scelte di programmi come questo o alcune serie violente...?
Sono un romantico e per questo ho una visione tale che coincide con scelte positive... voglio dire che mi piace pensare che il pubblico aspiri a vedere qualcosa che lasci un segno profondo o che dia un certo tipo di messaggio e che lo accolga nel modo migliore.
Ha avuto difficoltà nel girare questa serie tv per HBO? 
Sì, la pressione che ogni artista sogna di avere quando lavora per HBO, e ogni giorno sul set era pura adrenalina e sono felice ora di essere in Italia a presentare questo lavoro.
Abbiamo visto nelle scene un modo di rapportarsi nel lavoro assai spietato che da noi non esiste: come si differenzia il lavoro in America rispetto al nostro Paese secondo il suo parere?Bè non so come funziona da voi ma capita spesso in America di perdere il posto di lavoro, voglio dire che c'è molta competitività e allo stesso tempo molta meritocrazia; inoltre, il nostro è un grande mercato del lavoro sia sulla domanda che sull' offerta e le possibilità di far carriera in diversi ambiti sono moltissime. Dopo la messa in onda del nostro telefilm, la gente e i giornalisti hanno cominciato a parlare della serie tv e questo è indice di successo.
La scrittura della sceneggiatura la velocità delle battute fa pensare al teatro, è stata seguita questa linea?
Abbiamo seguito letteralmente il testo. Io provengo dal teatro e gli attori teatrali hanno grande rispetto per il testo scritto, però devo dire che ci è stato lasciato grande spazio nell'interpretazione.
Che tipo di giornalismo raccontate?
Quello della vecchia scuola e penso che il film apri un dibattito sul mondo dell'informazione e questo è un argomento attuale. I giornalisti hanno una grande responsabilità nel loro lavoro, quando parlano in pubblico e trasmettono notizie. Fare il giornalista è un lavoro divertente ma al tempo stesso molto serio e responsabile. Spero che la serie tv riesca a dare questo messaggio, per far riemergere la sacra passione del giornalismo nel mondo del lavoro ma sottolineo che questa è anche una serie che racconta della condizione umana, della vita personale dei giornalisti che brillano in tutta la loro umanità. Emanuela Dal Zompo.

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