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domenica 12 gennaio 2014

Kaos Festival di Montallegro: Maria Lucia Riccioli finalista con "Ferita all'ala un'allodola". L'intervista di Fattitaliani: vi presento Mariannina Coffa, la Saffo di Noto

Si avvicina sempre di più il fine settimana culturale di Montallegro (Ag): il 25 e il 26 gennaio si svolgerà Kaos, Festival dell'editoria, della legalità e dell'identità siciliana. Presidente di giuria lo scrittore Giacomo Pilati a cui spetterà il compito di proclamare il vincitore dei cinque libri entrati nella rosa dei finalisti: fra questi il romanzo di Maria Lucia Riccioli "Ferita all'ala un'allodola" già insignito del Premio “Portopalo - Più a Sud di Tunisi” (L'Erudita edizioni, pagg. 445, € 23,00), un romanzo storico con al centro le vicende di Mariannina Coffa che, nel secondo Ottocento siciliano, insegue con ostinazione il suo sogno di poetessa e di donna libera. Mariannina legge, scrive, cerca di entrare in dialogo con un mondo intellettuale che un po’ la ammira, un po’ ne diffida. Mariannina si innamora: di un giovane maestro di pianoforte. Ma il suo destino è scritto: un padre e una famiglia nemica hanno già deciso per lei, dovrà sposare un possidente terriero. L'intervista di Fattitaliani all'autrice.
Moti patriottici e moti del cuore: in che percentuale si dividono pagine e vicende del romanzo?
"Amore e patria" è il titolo del primo romanzo di un Verga sedicenne e imbevuto di romanticismo... e posso dire che intorno a patria ed amore si sviluppa tutto l'ordito del mio romanzo. Il libro è diviso in tre sezioni: la prima è intitolata proprio come il romanzo verghiano, la seconda è "Esilio" e la terza "Morte", altre due parole d'ordine dell'immaginario romantico. Le aspirazioni patriottiche di Mariannina Coffa, poetessa e patriota di Noto, nascevano dal suo appartenere ad una famiglia della borghesia netina legata a doppio filo con le sette liberali e massoniche e con Matteo Raeli, che tesseva le trame degli antiborbonici. Ma i moti patriottici sono annodati a quelli del cuore, perché l'amore giovanile di Mariannina è il suo maestro di pianoforte, un musicista e drammaturgo amico del Raeli. Amore e patria sono per la poetessa inscindibili perché rappresentano la libertà, l'obbedire agli aneliti dello spirito.
Perché proprio il 1860 come periodo storico?
La Sicilia del 1860 è un ribollire di fermenti a volte tra loro antitetici ma egualmente vitali. Ho amato e amo l'Ottocento e la storia del Risorgimento, uno dei miti fondanti della nostra nazione. La letteratura ottocentesca e quella siciliana in particolare, con Verga, De Roberto, Pirandello, Tomasi di Lampedusa e il suo Gattopardo sono stati presenti alla mia immaginazione, la musica, specie l'opera lirica - colonna sonora dei moti risorgimentali - ha accompagnato e spesso ispirato le pagine del mio romanzo.
Perché un personaggio come Mariannina Coffa? 
Mariannina Coffa mi si è presentata con prepotenza e dolcezza insieme durante il mio primo anno di insegnamento nei Licei, proprio a Noto. La sua vicenda umana e poetica mi ha conquistata e ho scelto - scelto? Come se non mi avesse scelta proprio lei, invece, mi viene da pensare - di darle voce perché credo che sia un personaggio di donna ancora attualissimo, con le sue istanze di libertà, con il suo desiderio di affermazione, di autodeterminazione. La capinera netina, la Saffo di Noto, l'allodola ferita - come nella poesia di William Blake che ha dato il titolo al romanzo - ha ancora molto da dire alle nuove generazioni, frutto delle vittorie e dei fallimenti di quelle del passato.
A che cosa dà voce la poetessa nella Sicilia di quel tempo? 
Le donne del Risorgimento non cucivano soltanto coccardine e bandiere: sono state figlie compagne mogli madri di patrioti ma spesso patriote esse stesse, come Concettina Ramondetta Fileti, amica di Mariannina Coffa, che combatté sulle barricate di Palermo. Erano artiste, pensatrici, educatrici, impegnate in tutti i campi del vivere sociale. Mariannina Coffa, enfant prodige per via del suo talento improvvisativo, era innanzitutto una poetessa: con la parola esprime il proprio mondo interiore, il suo patriottismo familiare e poi sempre più personale, il pensiero e la concezione poetica che secondo alcuni studiosi precorre il decadentismo. Ma a ben vedere Mariannina Coffa è voce del proprio tempo, corifea di una generazione di donne desiderose di spiccare il volo nonostante le difficoltà e i pregiudizi, le velleità e gli ostacoli.
Per la storia d'amore con Ascenzo Mauceri ha fatto più riferimento alle fonti storiche o all'immaginazione? 
Il mio è stato un lavoro sia d'archivio e biblioteca che di immaginazione: secondo i dettami del caro vecchio Manzoni il mio romanzo è un misto di storia e d'invenzione. I documenti ci sono ed è stata un'avventura esaltante anche se faticosa reperirli e studiarli: una vera miniera di Storia e di storie, di macro e microstoria. Ma lo scrittore deve indagare nelle pieghe del vero, negli angoli meno illuminati della Storia e rischiararli con la fiammella della fantasia. Trattandosi di personaggi realmente vissuti ho cercato di rispettarne la fisionomia senza forzature. Molti dei dialoghi sono tratti dall'epistolario tra Mauceri e la Coffa e da altre fonti, ma per il resto mia è l'invenzione di alcuni episodi. Storico e romanziere sono due figure differenti, anche se in un romanzo storico inevitabilmente si intrecciano. Alla fine del libro ho inserito una bibliografia proprio perché i lettori che lo desiderano possano indagare e scoprire la propria Mariannina Coffa, come io ho studiato e "inventato" la mia.
Il romanzo storico è anche una sua passione come lettrice? 
Io sono una lettrice praticamente onnivora ma ho le mie preferenze: amo la narrativa e i romanzi storici sono uno dei miei generi preferiti. Libri storici o ambientati nel passato sono uno stimolo per l'immaginazione oltre che uno spunto per una riflessione sul passato. La Storia non è un semplice fondale di cartapesta della storia, ma il suo humus. Leggere romanzi storici non significa quindi amare le storie in costume - o almeno, non è soltanto quello - ma capire come un'epoca, con i suoi condizionamenti e le sue opportunità, agisca sugli individui e come le microstorie siano legate alla macrostoria.
Il libro com'è stato concepito? in che tempi è stato scritto e rivisto?
Il libro è nato dal mio primo anno di insegnamento nei Licei, proprio al "Matteo Raeli" di Noto. Il busto marmoreo di Mariannina Coffa, nella piazzetta XVI Maggio teatro dei moti di Noto, mi accoglieva ogni giorno e interrogava la mia curiosità. Da lì è nato il desiderio di conoscere meglio questa figura così affascinante ed ho iniziato a leggere di lei: libri, articoli, documenti d'archivio. Il lavoro è durato all'incirca cinque anni, tra la stesura dei primi appunti, lo studio delle fonti, la prima versione del romanzo poi rivista e riscritta più volte, l'editing e la pubblicazione - una cartella del mio pc è piena di file di note, citazioni, scritture e riscritture - e non nascondo che ci sono stati momenti di scoramento: scrivere un romanzo storico, ridare vita a personaggi realmente vissuti, tentare di restituire l'atmosfera di un'epoca... è stata una bella fatica. Mi sembrava a volte di aver peccato di eccessiva hybris, di presunzione, di temerarietà, ma esordire così è stata anche una bella sfida con me stessa. Giovanni Zambito.

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