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lunedì 24 marzo 2014

Libri, l'esordio letterario di Annarita Briganti. L'intervista di Fattitaliani: il mio personaggio mi ha insegnato a non mollare mai

Lunedì 31 marzo alle ore 18 presso la Libreria Feltrinelli di V. E. Orlando n. 78/81 a Roma, avrà luogo la presentazione del libro "Non chiedermi come sei nata" (Cairo editore, pagg. 204, € 13) con cui la giornalista culturale Annarita Briganti debutta nel romanzo incentrato sul tortuosissimo percorso di fecondazione assistita che la protagonista compie. Fattitaliani l'ha intervistata.
Hai pensato subito a Gioia come a una giornalista come te?
Non chiedermi come sei nata, la mia prima creatura, il mio romanzo d’esordio, è dedicato anche “ai precari del giornalismo e dell’editoria”. Gioia doveva essere una giornalista culturale come me, freelance ovvero precaria di lusso come me. Come scrivo a un certo punto, il vero scandalo italiano è che con la Cultura non si mangi. Facciamo tutti doppi e tripli lavori per mantenerci con le nostre parole. La crisi attuale è culturale oltre che economica, ma domani è un altro giorno no?
Pro e contro di questa decisione?
Una delle “regole” della scrittura è: Scrivi ciò che sai. Leggendo per passione e lavoro tutti i libri del mondo, volevo scrivere un romanzo vero e necessario, pieno di vita, amore e speranza. In più, molti lettori hanno un manoscritto nel cassetto, vorrebbero conoscere il dietro le quinte del mondo editoriale, che è lo sfondo di Non chiedermi come sei nata. Le svolte della trama avvengono durante i festival letterari.

L'argomento è molto delicato: ti sei consultata con qualcuno? come ti sei informata sulle tecniche della fecondazione assistita e sul percorso psicologico che le coppie devono affrontare?
Va bene se ti dico che sono molto documentata?! Mi sono interrogata molto sulla ricerca della maternità, ne porto ancora i segni, ma Gioia mi ha insegnato a non mollare mai. Racconto con coraggio e leggerezza calviniana un percorso comune a molte, di cui nessuno parla, utilissimo anche agli uomini, che stanno apprezzando questa storia di amori liquidi, fecondazione e scrittori.

Foto di Marina Alessi
Gli uomini ne sono tanto coinvolti e sconvolti alla pari delle donne?
Fare figli stravolge la coppia, ma fin dalla gestazione è la donna che ha le maggiori responsabilità, indipendentemente da come avvenga il concepimento, se per via naturale, con la fecondazione, con l’adozione o l’affido, ancora troppo complicati nell’Italia che ci impedisce anche di diventare madri. La soluzione è sempre una sola: volersi bene, starsi vicino, difendersi e crederci. Il resto verrà da sé.

Chi vedi nel ginecologo Andrea?
Il ginecologo Andrea è il padre putativo di Gioia, che non si è mai potuta permettere il lusso di essere figlia, venendo da un contesto familiare inaffidabile, nonostante la buona fede di chi l’ha messa al mondo. È una giovane donna, tosta, che cerca negli uomini che la circondano punti di riferimento: dal fidanzato storico Uto al suo nuovo amore Alberto, da Andrea al suo capo al giornale Eros, al medico spagnolo Angelo, che apparirà nel finale del libro e forse nella seconda parte…
Passando dal romanzo all’autobiografia, conosco la categoria medica, vengo da anni impegnativi, ma ora sono qui e ho molta voglia di condividere questa storia e guardare avanti.

Quale consapevolezza di se stessa assume Gioia man mano che la storia procede?
Questo lo scopriranno i lettori… Posso dirti che non sono io ad aver dato a lei, ma è Gioia ad avermi insegnato che bisogna rialzarsi sempre, fare spazio dentro di sé, mantenere la gioia di vivere e arriveranno le cose belle. Il primo capitolo, che inizia con la perdita di una figlia che la protagonista non sapeva di aspettare, s’intitola Mai abbassare il livello di glamour.

Facile scrivere un libro per una giornalista che si occupa di libri?
Per Non chiedermi come sei nata ci ho messo quattro anni e circa undici stesure. Ho curato tanto la lingua, che mi sembra fresca e immediata. Io che per mestiere intervisto e recensisco gli altri scrittori volevo un debutto letterario all’altezza del mio nuovo ruolo, anzi di più. Hai presente sognare ogni notte i plotoni d’esecuzione?! L’ansia da prestazione, che però fa bene. Giovanni Zambito.

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