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giovedì 12 giugno 2014

Libri, "Sul corno del rinoceronte" il romanzo di Francesca Bellino "un elogio all'amicizia tra donne, alla complicità senza invidia". L'intervista di Fattitaliani

Da domani 13 giugno in libreria, dedicato a tutte le donne che sono partite, esce per L’Asino d’oro edizioni (collana Omero, pag. 250, Euro 12) Sul corno del rinoceronte, romanzo di Francesca Bellino ambientato tra Italia e Tunisia prima, durante e dopo la cacciata del dittatore Ben Ali. La storia ruota attorno all’intensa amicizia tra Mary, giovane antropologa italiana, e Meriem, tunisina, immigrata in Italia per amore e in fuga dal patrigno autoritario. Molto diverse tra loro ma accomunate dallo stesso coraggio, le due protagoniste cercano e trovano, ciascuna a suo modo, la propria identità e la propria affettività. Proprio domani sera alle ore 17.45 presso la Casa delle Letterature di Roma (piazza dell'Orologio, 3) ci sarà la presentazione del volume e l'autrice sarà accompagnata da Francesca Maria Corrao, docente di lingua e cultura araba dell’Università Luiss di Roma, e l’attrice Katiuscia Magliarisi. Fattitaliani ha intervistato Francesca Bellino.

Il titolo nasce da cosa? è una metafora?
Il titolo contiene tante cose, ma invito i lettori a scoprirlo leggendo. Non rovino la sorpresa!

Quali elementi spingono le due donne ad approfondire la loro conoscenza fino a diventare amiche?Le due protagoniste inizialmente sono attratte dalle loro diversità. Hanno due caratteri e due passati molto diversi, oltre che due differenti provenienze. Stare insieme diventa subito per loro un modo per cibarsi di qualcosa di sconosciuto, ma allo stesso tempo dal sapore familiare. La curiosità iniziale, con il tempo e con gli accadimenti che le coinvolgono, si trasforma in un legame solido e intenso, che aiuta entrambe a superare i propri limiti e a vivere con maggior coraggio le proprie “rivoluzioni” interiori. Il libro è un elogio all’amicizia tra donne, a quella complicità senza invidia, quella sana alleanza che fortifica e potenzia le unicità, proprio come l’amore. 

Che cosa della tua esperienza e conoscenza della Tunisia hai messo in entrambe?
Fotografia di Rino Bianchi

C’è tanto della mia esperienza e della mia conoscenza della Tunisia in entrambe le protagoniste. Ci sono gli incontri e le conversazioni con i tunisini e con gli italiani che si interfacciano con la Tunisia, ci sono le giornate passate a osservare tic e comportamenti abituali dei tunisini e a meravigliarmi per le comunanze, piu’ che per le differenze, tra la cultura italiane e quella tunisina. Il personaggio di Meriem è ispirato a una ragazza tunisina, immigrata in Italia per amore, che ho conosciuto 7 anni fa all’aeroporto di Fiumicino e con la quale sono ancora molto amica. Di lei mi aveva colpito una fragilità mista a una grande forza. Di me nel suo personaggio c’è lo spirito di ribellione, il non arrendersi. Mary, l’antropologa italiana, è invece ispirata a tutti gli italiani che vivono con l’illusione di aiutare le fasce deboli della società, tra cui gli immigrati, facendo solo però gesti superficiali e spesso ipocriti, sempre impregnati di eurocentrismo. Di me in Mary c’è il grande sforzo che, a un certo punto della storia, lei fa per entrare profondamente in contatto con la cultura dell’amica e capire il perché di certi suoi comportamenti… 

Quali cliché hai volutamente omesso nella narrazione?
Non ho omesso cliché. Ho provato a costruire una storia che, visto i temi a me cari (immigrazione, incontro tra culture, battaglie femminili), in vari punti, decostruisce alcuni stereotipi ben sedimentati e strutturati nella nostra società e smaschera tendenze e rigidità sia italiane, sia tunisine. Nella storia, per esempio, compaiono molte caratteristiche tipiche dell’Islam, conosciute ai più, ma Meriem, la nostra protagonista, non è velata, è arrivata in Italia da sola, lavora e sogna come tutte le ragazze del mondo. Il cuore del romanzo sono i suoi protagonisti. E’ l’essere umano, con tutte le sue meravigliose fragilità e paure. Il libro è dedicato a tutte le donne che sono partite. E aggiungo qui a tutte le persone che hanno ogni giorno il coraggio di partire, nutrendo il sogno di vivere meglio. Perché viaggiare non è un crimine, è un diritto!  


Da grande viaggiatrice ti viene facile tradurre in parole ciò che vivi altrove?
Quello che vivo altrove è uguale a quello che vivo a Roma, la città in cui vivo: la voglia di incontrare gli altri e la predisposizione alla meraviglia, nel bene e nel male. Per sfuggire all’indifferenza e alla noia. Spero davvero che “Sul corno del rinoceronte” faccia riflettere su quanti danni producono l’ignoranza e certe politiche contro l’accoglienza. Il Mediterraneo è un mare che unisce, non un cimitero.  


Sulla situazione politica e sociale della Tunisia, quali aspetti hai voluto toccare seppur indirettamente?
La storia si svolge il 15 gennaio 2011, giorno seguente alla cacciata dell’ex dittatore Ben Ali, dunque il contesto storico che fa da sfondo alle vicende delle due protagoniste è una pagina centrale della storia delle due sponde del Mediterraneo. L’atmosfera è un mix di festa e protesta, ma ci sono anche molti flashback nel passato delle due amiche, sia in Italia, sia nella Tunisia pre-rivoluzionaria, dunque vengono fuori molte caratteristiche culturali del Paese: la sofferenza per gli anni di colonizzazione francese, il disagio delle donne nate in famiglie conservatrici e le battaglie delle donne più libere, il peso della tradizione che condiziona le vite di molti, il “pensiero dell’inshallah” la disoccupazione e il bisogno di migrare, la chiusura dei piu’ religiosi, usi e costumi arcaici di fianco alla grande spinta rivoluzionaria, rinnovatrice e laica, e ovviamente le speranze e i sogni del popolo in un futuro democratico all’indomani della cacciata di Ben Ali. Ho provato a mostrare alcuni aspetti della vita in Tunisia prima e dopo l’inizio della rivoluzione che ha portato allo scorso gennaio all’approvazione della nuova Costituzione, valorizzandone l’unicità. Tra tutti i Paesi arabi, la Tunisia è il Paese più moderno, laico e aperto, ma deve sempre stare attento ai tranelli dell’ignoranza… Giovanni Zambito.


© Riproduzione riservata

Fotografia di Rino Bianchi

Altre date di presentazioni del libro:
Il 16 giugno (ore 18.30) negli spazi delle Scuderie Villino Corsini a Villa Pamphili (via di San Pancrazio, 10). Insieme all’autrice ci saranno lo scrittore Lorenzo Pavolini, l’attrice Angela Antonini e Nasser El Gilani che offrirà una performance di calligrafia araba.
Il 18 giugno (ore 19) alla Libreria delle donne di Roma Tuba (via del Pigneto 39/a). Insieme all'autrice ci saranno la scrittrice Carola Susani, l’attrice Samantha Silvestri e l’orafa Fabiana Fusco che presenterà la collezione dei gioielli ispirati al romanzo.
Il 26 giugno (ore 19) alla Libreria Arcadia (via Senofane, 143). Con l’autrice ci sarà Giorgio Gizzi, libraio.
E il 27 giugno (ore 21) in piazza dei Renzi a Trastevere dove è in programma Sul corno del rinoceronte live, a cura di Francesca Bellino, evento inserito nell’ambito delle iniziative culturali promosse dal I municipio: “Open Trastevere: la cultura nuoce gravemente al degrado.
Conduzione di Ivo Mei, giornalista di La7, letture dell’attrice Giulia Bornacin e musica di Chokri Ben Zaghdabe (oud),Khaled Ben Salah (darbuka).


La trama
Meriem è morta. Mary è atterrata a Tunisi per partecipare al funerale. È sconvolta e disorientata, ma sa che per raggiungere Kairouan, la città natale dell’amica, deve prendere un taxi. Così, sale sul primo che trova. Il tassista Hedi diventa per lei una sorta di Virgilio: con lui Mary attraversa un paese in equilibrio precario tra festa e rivoluzione, speranze e proteste, nel pieno degli sconvolgimenti politici successivi alla liberazione dalla dittatura. Durante il viaggio, si alternano al presente i ricordi di Mary, momenti della vita a Roma con Meriem e della vacanza a Kairouan dove si è innamorata di Faruk, affascinante calligrafo… Rivelandosi gradualmente a se stessa, Mary prenderà coscienza dei propri limiti e attuerà la propria rivoluzione.
Con questo road novel dal finale a sorpresa, l’autrice racconta l’amicizia fra due donne che cercano e trovano, ognuna a suo modo, l’identità e l’affettività, facendo emergere aspetti insoliti e curiosi di due culture diverse.

L’autrice
Francesca Bellino è scrittrice, giornalista e reporter di viaggio. Collabora con diverse testate, italiane ed estere, tra cui “Il Mattino” e “Reset”, e cura un blog su “Huffington Post”.
È autrice di Il prefisso di Dio. Storie e labirinti di Once, Buenos Aires (Infinito, 2008), Uno sguardo più in là (Aram, 2010), Sale (Lite Editions, 2013), due saggi sul mito di Lucio Battisti e racconti pubblicati in antologie.
Nel 2009 ha ricevuto la Targa Olaf al “Premio Cronista - Piero Passetti” e nel 2013 il Premio Talea. 

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